martedì 29 maggio 2012

no lu à disrumât al taramot

Al me Friûl no lu à disrumât al taramot
ma al dismenteâ dai ons.

Celso Macor, Impiâ peraulis, 1976

Il mio Friuli non l’ha distrutto il terremoto
ma l'oblio degli uomini.

giovedì 24 maggio 2012

Dizionario di tutte 'e cose - B come Bombassi

Della plebe

Il popolo è una bestia varia e grossa,
ch'ignora le sue forze; e però stassi
a pesi e botte di legni e sassi,
guidato da un fanciul che non ha possa,
ch'egli potria disfar con una scossa:
ma lo teme e lo serve a tutti spassi.
Né sa quanto è temuto, ché i bombassi
fanno un incanto, che i sensi gli ingrossa.
Cosa stupenda! e' s'appicca e imprigiona
con le man proprie, e si dà morte e guerra
per un carlin di quanti egli al re dona.
Tutto è suo quanto sta fra cielo e terra,
ma nol conosce; e, se qualche persona
di ciò l'avvisa, e' l'uccide ed atterra.

Tommaso Campanella

Nota stocastica 1: in questo programma, la parola "cultura" non compare nemmeno una volta. 
Nota alla nota stocastica 1: idem per la parola "mafia".
Nota alla nota stocastica 2: idem per la locuzione "criminalità organizzata" .
Nota alla nota stocastica 1 e alle note alle note stocastiche 1 e 2: la parola "internet" è invece nominata sei (6) volte.
Nota stocastica 2: senza la Grecia, non saprei nemmeno dire "economia".
Unica nota in tema, molto succinta: bombassi: coniata da Campanella, dal lat. bombus (frastuono), cfr. sp. bombazo (scoppio di bomba - v. Firpo), forse tiranni o imbonitori del popolo, - v. L. Bolzoni. 
Nota di rimando: "tutto è suo", quindi anche l'America e persino Parma.
Non era l'unica, in realtà: una modesta proposta di luogo di pellegrinaggio, secondo solo ad Orta, paese natale di Ernesto Ragazzoni.
Nota personale 1: rimpiango sempre di più la fine della poesia didascalica.
Nota personale 2: sono felice. 
Note migliori: queste.
Note niente male: quelle di Bruno Osimo in Bar Atlantic, Marcos y Marcos, 2012, grazie al quale, tra una nota del ferroviere e quelle del barista, della libraia, dell'imenologo, del guardone, del podografo, ecc., ho finalmente scoperto qual è il singolare femminile di goyim (goyah), il che mi risparmierà in futuro circonlocuzioni più o meno lunghe, come ad esempio "siccome appartengo ai goyim..."
Nota minacciosa: potrei proseguire con altre note, naturalmente, e non è escluso che lo faccia, un giorno.

martedì 22 maggio 2012

Meno tranchant


Los escritores que le viven
buscando cuatro patas
al triángulo y luego dicen
que no les importa la política
deberían cortarse los cojones
y echárselos a los cochinos.

Víctor Valera Mora
Juego limpio, 70 poemas stalinistas, 1979


Non so se Valera Mora avesse pensato di estendere il proprio intransigente anatema, tra gli altri, anche a Rilke.

Lösch mir die Augen aus: ich kann dich sehn, 
wirf mir die Ohren zu: ich kann dich hören, 
und ohne Füße kann ich zu dir gehen, 
und ohne Mund noch kann ich dich beschwören. 
Brich mir die Arme ab, ich fasse dich 
mit meinem Herzen wie mit einer Hand, 
halt mir das Herz zu, und mein Hirn wird schlagen, 
und wirfst du in mein Hirn den Brand, 
so werd ich dich auf meinem Blute tragen.

Rainer Maria Rilke
Das Stunden-Buch, 1899

Fatto sta che ero lì che avevo cominciato a tradurre Rilke a modo mio:

Anche se mi spegni gli occhi, posso ancora vederti,
anche se mi tappi le orecchie, posso ancora sentirti,
e anche senza piedi posso raggiungerti...

quando mi è venuto in mente che proprio in una poesia di Valera Mora si trovano in controluce i versi di Rilke, seppur nella chiave politica che gli era propria: per convinzione ed inclinazione, certamente, ma anche per poter dedicare un tributo a Rilke senza rischiare le palle, mi vien da pensare, e forse prefiggersi di essere un po' meno tranchant.

A los montes me voy, me voy completo
y espero regresar de igual manera. 

Si me cortan las piernas y las manos
asiré el caminar con los anhelos.

Si me arrancan los ojos y la lengua
nueva guitarra agitará banderas.

Si me quitan la tierra donde piso,
yo vengo desde un río de asperezas
qué antes me llevó y ahora me lleva.  

Si me tapan los oídos con que oigo
a mis hermanos pálidos y hambrientos,
hablaré seriamente con el aire
para que se abra paso hasta los sesos.

Y si una bala loca se enamora
de mis sienes violentas,
yo seguiré pensando con los huesos.

Me voy a despeñar sobre los crueles
que han hecho de la patria un agujero
y si no asiste el pecho a la camisa
y me matan de muerte sin lucero,
esperadme, os los pido caminando,
que yo regresaré como los pueblos
cantando y más cantando y más cantando.

Víctor Valera Mora
Canción del soldado justo, 1961

PS... e anche senza bocca posso invocarti.
Spezzami le braccia, ti afferrerò
col cuore e con le mani,
fermami il cuore, e mi batterà il cervello,
e se darai il mio cervello alle fiamme,
allora ti porterò nel sangue.

giovedì 17 maggio 2012

L'Italia con le sue patate

Forse, semplificando, la questione delle magagne italiane è una questione di contorni, di contorni scomparsi fra la campagna e la città, fra la zona artigianale e la campagna, fra le aree alluvionali e i borghi abitati e, più in generale, fra tutte le zone di demarcazione, come quella in cui confluiscono, confliggendo l'uno contro l'altro, l'interesse particolare e l'interesse generale, dove il contorno si perde, sfuma, come sfuma nelle relazioni tra il rappresentante dello stato e il criminale che ne ottiene i favori in cambio di denaro o tra il cittadino che si sottrae alla legge e lo stato che non glielo impedisce in cambio della pace sociale. Se si tracciassero delle linee di demarcazione nitide, nel mezzo di ogni zona grigia, in cui tutto, come altrove, è virtualmente proibito ma in cui tutto, a differenza che altrove, è tollerato e di fatto lecito, e si facessero così riemergere i contorni, si griderebbe alla perdita di libertà, al rigorismo, alla nordicità teutonica, molto probabilmente alla dittatura. Si vuole invece che permangano le sfumature, gli slabbramenti, le contiguità e le promiscuità, cancellando così, forse per sempre, i contorni.

mercoledì 16 maggio 2012

Dizionario di tutte 'e cose - R come rinunciare

Gioachino Rossini, Péchés de vieillesse

La chanson du bébé

Maman, le gros Bébé t'appelle, il a bobo :
Tu dis que je suis beau, quand je veux bien faire dodo.
Je veux de confitures, c'est du bon nanan ;
Les groseilles sont mûres, donne-m'en, j'en veux, maman
Je veux du bon nanan, j'ai du bobo, maman.
Atchi ! Papa, maman, ca-ca.

Bébé voudrait la chanson du sapeur
Dans Barbe-Bleue, un air qui fait bien peur.
Maman, ta voix si douce en chantant ça,
Enfoncerait Schneider et Thérésa.
Atchi ! Pipi, maman, papa, ca-ca.

Ma bonne, en me berçant, m'appelle son bijou,
Un diable, un sapajou, si j'aime mieux faire joujou.
Quand je ne suis pas sage, on me promet le fouet !
Moi, je fais du tapage, le moyen réussit bien.
Je veux du bon nanan, j'ai du bobo, maman.
Atchi ! Papa, maman, ca-ca.

Émilien Pacini

venerdì 11 maggio 2012

L'è settant'ann ovvero dell'utilità di una tastiera tedesca


Da quanto tempo ogni vertice sulla Grecia è il vertice determinante, quello da cui dipende il futuro dell'Europa? Sei mesi, un anno, due anni? Almeno settant'anni, dev'essere.

Stì quièt, fì no di rebellòt... mai pagüra...
che adèss l'incunumia ghe fèm i saldi...
la mèttum a post e pö sèm lì de viàlter...
Avì capì che rassa de muncaldi?
... L'è settant'ann che mèttum post i alter...
La gente la bêv la bêv... la bêv tusscoss...
e passa un dî la sa pü nient'alter...
... sé l'à magnà e beü... sé la g'à in scòss...
Sal e tabacchi!... Ghe l'em marcâ nel mass...
Sal e tabacchi... e nüm se pìssum 'dòss...
... Olter che diritti... sciensa de class...
l'è la memoria che la va in bröda....

Franco Loi, da Monologo del povero cristo, I niül, Interlinea, 2012


State calmi, non fate casino.... mai paura...
che adesso con l'economia si sistema tutto...
la mettiamo a posto e poi siamo lì da voi...
Avete capito che razza di esperti?
...È settant'anni che mettiamo a posto gli altri...
La gente se la beve se la beve... si beve qualsiasi cosa...
e passa  un giorno e non sa più niente altro...
... se ha mangiato e bevuto... se le è rimasto addosso qualcosa...
Sale e tabacchi!... L'abbiamo marcato nel cuore...
Sale e tabacchi... e noi ci pisciamo addosso...
... Altro che diritti... coscienza di classe...
è la memoria che si scioglie in brodo...

venerdì 4 maggio 2012

Hej, zeleni papagaj

Hej, zeleni papagaj,
povej, kako je v Europi.
Zeleni papagaj odvrača:
človek ni simetričen.

Srečko Kosovel


Ehi, pappagallo verde,
dimmi come va in Europa.
Il pappagallo verde risponde:
l'uomo non è simmetrico.