domenica 4 marzo 2012

Über die Art der Italiener, zu diskutieren

Einerseits oberflächlich.

Aber auf der anderen Seite mit einem sicheren Instinkt dafür, daß »aufhören« bei allen guten Dingen ein »abbrechen« sein muß. So wie man willkürlich (schließlich) beim Malen eines Bildes, beim Dichten einer Dichtung ein Ende setzt, so tun sie es [,] aus einer tiefen Erfahrung vom Wesen des künstlerischen Verhaltens heraus, beim Diskutieren. Und in der Tat ist merkwürdig, wie die »Lehre« eines unterbrochenen, abgebrochenen Gesprächs einem nachläuft wie ein Hündchen, das einen verlor. Während man gerade da zuletzt mit leeren Handen steht, wo man bis ans Ende gegangen ist. - Man denkt bei diesem [A]bbrechen auch an die Bauweise der Süditaliener: Neubauten halbvollendet lange stehen zu lassen. Auch an die pragmatische Gesinnung: Diskutieren doch zuletzt als eine zu nichts verpflichtende rhetorische Schule zu nehmen. Der Italiener begibt sich in die Praxis wie in seine wahre Römerheimat zurück, der Deutsche in die Diskussion wie in seine warme gotische Stube hinein. - Russische Diskussion ist durch den enormen Anteil des Kollektivs an ihr sehr verändert worden. Der Deutsche geht jusqu'au bout - der Italiener bricht ab, der Franzose endet in einer Vignette und Arabeske.

Walter Benjamin, fr 168


Del modo di discutere degli italiani

Da una parte, superficiale.

Ma, dall'altra parte, con un istinto sicuro per il fatto che »smettere«, nel caso di tutte le cose belle, debba essere un »interrompere«. Come si pone fine arbitrariamente (in fin dei conti) alla pittura di un quadro, alla composizione di una poesia, così fanno quando discutono[,] partendo da un'esperienza profonda della natura dell'attitudine artistica. E in effetti è bizzarro il modo in cui la »lezione« di un dialogo interrotto, troncato, si metta a rincorrerti come un cagnolino che abbia perso qualcuno. Proprio mentre, alla fine, nel punto in cui si è arrivati fino alla fine, ci si trova a mani vuote. - Nel caso di un'[i]nterruzione così, si pensa anche alla tecnica costruttiva degli italiani meridionali, secondo cui delle costruzioni nuove vengono lasciate a metà, incompiute, per molto tempo. Anche all'atteggiamento interiore, volto al pragmatismo, eppure discutendo alla fin fine come se si seguisse una scuola retorica priva di obblighi. L'italiano si avvia nella prassi come se tornasse al proprio autentico focolare romano, il tedesco si avvia nella discussione come se entrasse nel proprio caldo soggiorno gotico. - La discussione russa, attraverso la partecipazione enorme del collettivo, è radicalmente cambiata. Il tedesco va jusqu'au bout - l'italiano interrompe, il francese finisce in un'etichetta e in arabeschi.

Walter Benjamin, fr 168

Il mio incubo, nella conversazione italiana, era: "Il problema è un altro", attestato anche nella variante "Il punto è un altro", se escludiamo i sudori freddi che mi partivano dalla fronte al primo comparire di un "a prescindere", naturalmente. Naturalmente, poi, non intendo affatto esimermi o tirarmene fuori: non a caso, "bei allen guten Dingen" è diventato, giocoforza, "nel caso di tutte le cose belle", omettendo l'interiorità della bontà e privilegiando piuttosto l'esteriorità della bellezza.

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